In passate discussioni, abbiamo preso in considerazione il preoccupante fenomeno del revenge porn. Una questione delicata, che solleva implicazioni di natura sociale ed anche legale, con profonde conseguenze nel campo penale. Abbiamo, inoltre, analizzato eventi di risonanza mediatica legati a tale fenomeno, notando come questi abbiano suscitato un importante dibattito normativo.
La preoccupazione collettiva generata da alcuni di questi episodi di ampia notorietà ha sicuramente agevolato l’aggiornamento del nostro codice penale da parte del legislatore. Un processo culminato con l’entrata in vigore del cosiddetto Codice Rosso nel 2019, normativa che ha rappresentato un punto di svolta nella lotta a tali reati.
Il Caso di Guendalina Tavassi: Un Esempio Concreto
Un esempio emblematico che abbiamo affrontato in precedenza è la vicenda che ha coinvolto Guendalina Tavassi nel 2020, un caso che ho seguito personalmente e che intendo ora esplorare più a fondo.
L’ex partecipante del reality show Grande Fratello, insieme al suo ex marito Umberto D’Aponte, è stata vittima di un attacco informatico che ha portato alla divulgazione online di materiale privato realizzato per il coniuge. Sembrerebbe che un individuo con cattive intenzioni sia riuscito ad accedere al suo account iCloud, e da lì a diffondere foto e video privati del duo. Questi, nonostante fossero conservati in una cartella nascosta, sono stati disseminati.
La signora Tavassi ha dichiarato che un consulente IT, al quale si era rivolta, le ha spiegato come il suo iCloud fosse stato collegato a un computer che aveva avuto accesso al suo telefono. Inoltre, lei e suo marito usavano lo stesso account iCloud, dove venivano automaticamente salvati tutti i contenuti multimediali presenti sui loro dispositivi. Tra gli accessi al loro account iCloud, l’esperto ha individuato anche quello di un server sconosciuto.
Un paio di mesi prima, Guendalina Tavassi aveva ricevuto alcune email che le chiedevano di accedere al suo account, inserendo i suoi dati personali per aumentare lo spazio di archiviazione disponibile. Solo in seguito, si è resa conto che quegli accessi avevano permesso di sottrarre le sue password mediante l’inganno, un’azione definita phishing – un argomento affrontato in precedenti discussioni. È quindi probabile che, a seguito di questo episodio, le immagini private siano state sottratte.
Dal Revenge Porn alla Sextortion: Un Salto Qualitativo
Nel precedente articolo, abbiamo messo in luce i pericoli della presenza di foto e video intimi sui propri dispositivi, e dei rischi derivanti dalla loro creazione. Anche se cancellati daipropri dispositivi, questi file possono rimanere salvati in servizi cloud, rendendoli accessibili se l’account viene violato. Ma c’è un altro risvolto della medaglia che merita attenzione: la sextortion.
La sextortion, o estorsione sessuale, è un crimine in cui un individuo costringe un’altra persona a fare cose contro la sua volontà, spesso tramite la minaccia di divulgare materiale sessualmente esplicito della vittima. Ciò può includere foto o video, ma anche chat o qualsiasi altra prova di un comportamento sessuale. In questo contesto, l’attore malintenzionato può richiedere denaro, ulteriori materiali espliciti, o qualsiasi altra cosa desideri.
Il caso di Guendalina Tavassi è emblematico per comprendere come un attacco informatico possa trasformarsi in un caso di revenge porn e sextortion. L’aggressore, dopo aver ottenuto il materiale privato, può utilizzarlo come moneta di scambio o come arma di ricatto, con conseguenze devastanti per la vittima. Ciò mette in evidenza l’importanza di una corretta educazione digitale e di una sensibilizzazione sui rischi del web, oltre alla necessità di una forte normativa e di strumenti di protezione efficaci.
Il Ruolo delle Autorità e della Società
Sebbene le autorità stiano lavorando duramente per contrastare questi crimini, non possiamo sottovalutare il ruolo della società nel prevenirli. La cultura del consenso, la comprensione della privacy digitale e il rispetto per gli altri sono tutti elementi chiave per prevenire e combattere questi crimini.
Educare le persone sulle conseguenze potenzialmente devastanti del revenge porn e della sextortion è fondamentale. Questo può essere raggiunto attraverso campagne di sensibilizzazione e programmi educativi, che promuovono un utilizzo sicuro e rispettoso di internet.
Il fenomeno del revenge porn rappresenta un grave problema sociale, che implica una violazione della privacy e dei diritti umani. Allo stesso modo, la sextortion rappresenta una minaccia ancora più grande, in quanto può trasformare le vittime in bersagli di estorsioni. Come società, dobbiamo lavorare insieme per sensibilizzare su questi temi, promuovere un uso sicuro e rispettoso di internet e lottare per una legislazione più severa contro questi crimini.