Il caso dell’eredità di Gina Lollobrigida e la legge italiana sulle successioni
La recente apertura del testamento dell’attrice Gina Lollobrigida ha sollevato diverse perplessità e interrogativi. Molti si chiedono come funzioni la legge italiana sulle successioni e in che misura la volontà del defunto possa incidere sulla distribuzione del patrimonio. In questo articolo analizzeremo la normativa italiana in materia successoria, i limiti alla libertà testamentaria e gli strumenti previsti dalla legge per gestire situazioni complesse come quella emersa nel caso dell’eredità dell’attrice.
La libertà testamentaria del de cuius secondo la legge italiana
Innanzitutto, è fondamentale chiarire che la legge italiana in materia successoria tutela primariamente la libertà testamentaria del de cuius, ovvero la persona deceduta. Il Codice civile italiano, infatti, prevede che il de cuius possa stabilire, attraverso il testamento, il destino del proprio patrimonio dopo la morte.
All’art. 457 del Codice civile, si distinguono le due tipologie di successione a causa di morte previste dall’ordinamento italiano: la successione legittima (per legge) e la successione testamentaria (per testamento). Il Codice evidenzia una preferenza per la successione testamentaria rispetto a quella legittima, poiché quest’ultima opera soltanto quando mancano, in tutto o in parte, determinazioni del de cuius mediante testamento.
In questo modo, il legislatore italiano intende proteggere principalmente le ultime volontà di ogni individuo, pur predisponendo uno strumento alternativo per il caso in cui non sia possibile definire il fenomeno successorio soltanto attraverso il testamento. L’obiettivo è garantire che, dopo la morte di ogni soggetto, il suo patrimonio non resti privo di titolare e che i rapporti obbligatori, di cui l’individuo era parte durante la vita, proseguano anche successivamente alla sua morte.
La terza ipotesi di successione: la successione necessaria
Tuttavia, la legge italiana prevede anche una terza ipotesi di successione, detta successione necessaria. Questa si verifica quando il de cuius lascia stretti congiunti, come i figli, il coniuge e, in assenza di figli, gli ascendenti. In questi casi, il legislatore circoscrive la possibilità del testatore di trasferire il suo patrimonio tramite testamento, riservando ai familiari una quota variabile del patrimonio stesso. Questa quota viene definita come “legittima” o “quota indisponibile”.
La legittima rappresenta un limite invalicabile alla libertà testamentaria, poiché intende tutelare i diritti che la legge riserva a una particolare categoria di successibili, rappresentata dagli eredi legittimari. Gli eredi legittimari sono persone legate al defunto da relazioni particolarmente qualificate, a cui è in ogni caso garantita una quota del patrimonio ereditario.
La quota riservata ai figli e il ruolo del coniuge
Nell’ambito della successione necessaria, ai figli viene riconosciuta una particolare importanza, e la quota a loro riservata viene definita come “quota mobile”. Questa varia in base al numero di figli superstiti e alla presenza o meno di un coniuge tra i successori legittimari.
In particolare, quando manca del tutto un coniuge e il genitore lascia un solo figlio, la riserva a favore di quest’ultimo è pari alla metà del patrimonio. Nel caso dell’eredità di Gina Lollobrigida, è stata proprio questa disposizione legislativa a limitare la sua libertà testamentaria, costringendola a lasciare parte del patrimonio al figlio, volontariamente o meno.
Indegnità e diseredazione: strumenti per superare il limite della legittima
Il nostro ordinamento giuridico prevede due istituti che, al ricorrere di determinate condizioni, consentono di superare il limite imposto dalla quota indisponibile: l’indegnità e la diseredazione.
L’indegnità consiste nell’inidoneità del soggetto a subentrare nei rapporti che facevano capo al defunto, in quanto moralmente incompatibile con l’assunzione dell’eredità. Ciò può accadere, ad esempio, se l’erede si è reso colpevole di atti gravemente pregiudizievoli nei confronti del de cuius. Tuttavia, le cause di indegnità sono tassativamente indicate dal legislatore e devono essere pronunciate da un giudice mediante sentenza, rendendo l’approccio a questo istituto piuttosto complesso.
La diseredazione, invece, è una clausola testamentaria attraverso cui il de cuius dichiara di non voler far partecipare alla sua successione un determinato soggetto che, in base alle norme sulla successione legittima, avrebbe titolo a parteciparvi. Sebbene la giurisprudenza italiana si sia di recente aperta alla possibilità di ammettere questo istituto, rimane comunque incerto se possa incidere sui diritti dei cosiddetti riservatari.
Conclusioni sulla libertà testamentaria e i limiti imposti dalla legge italiana
In conclusione, la legge italiana sulle successioni pone al centro la libertà testamentaria, consentendo al de cuius di esprimere le proprie volontà riguardo al destino del proprio patrimonio dopo la morte. Tuttavia, tale libertà incontra dei limiti significativi nell’ambito della tutela dei diritti degli eredi legittimari, come i figli e il coniuge.
La quota legittima, o quota indisponibile, rappresenta un limite invalicabile alla libertà testamentaria e garantisce una porzione del patrimonio ereditario ai familiari più stretti del defunto. Sebbene la legge preveda strumenti come l’indegnità e la diseredazione per gestire situazioni complesse, questi istituti presentano restrizioni e incertezze legali che ne limitano l’applicabilità.
Il caso dell’eredità di Gina Lollobrigida mette in luce come la libertà testamentaria, pur essendo un principio fondamentale della normativa italiana sulle successioni, si scontri con alcune imposizioni legislative difficili da superare. Questo dimostra la necessità di un equilibrio tra la tutela delle volontà del de cuius e la protezione dei diritti degli eredi legittimari, garantendo al contempo la continuità dei rapporti obbligatori e la trasmissione del patrimonio ereditario.